Battaglione donne by Heinz Günther Konsalik

Battaglione donne by Heinz Günther Konsalik

autore:Heinz Günther Konsalik [Konsalik, Heinz Günther]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
editore: Longanesi & C.
pubblicato: 1982-06-14T22:00:00+00:00


I segnali luminosi lanciati dal versante tedesco erano stati visti da Vanda Aleksandrovna, che era di vedetta. La ragazza avvertì immediatamente con il telefono da campo, che collegava il ben protetto avamposto con la linea principale di resistenza, Soja Valentinovna Bajda, che infilò all’istante l’uniforme, buttò giù dalla brandina il sottotenente Ugarov e insieme con lui si diresse di corsa verso il punto dal quale erano stati visti i segnali.

Qui s’erano radunate nel frattempo dieci ragazze dell’Armata Rossa, che si domandavano chi fosse l’autore di queste segnalazioni. Anche la dottoressa Galina Ruslanovna era uscita dal suo bunker e osservava la riva tedesca con l’aiuto di un potente binocolo.

“Si vede qualcosa?” chiese la Bajda, respirando affannosamente e prendendo il binocolo di Galina.

“Non molto! È una lampada che viene agitata rasoterra. Però non si riesce assolutamente a distinguere chi regge il lume!”

“Credete che sia Sana?” La Bajda aveva intanto individuato la lampada. La fonte di luce passava a tratti sopra una macchia più chiara che sembrava una blusa dell’uniforme russa.

Poi comparve per un attimo una macchia ancora più chiara della prima: doveva essere la testa, la faccia. “Perché fa la stupida e non tiene il lume davanti alla faccia? In tal caso sapremmo chi sta lanciando i segnali”, disse la Bajda abbassando il binocolo. “Potrebbe anche essere una trappola, una semplice e volgare trappola. Il diavolo con la cuffia di lana è capacissimo di combinare uno scherzo del genere. Lui lancia i segnali, noi varchiamo il fiume e finiamo sotto il loro tiro!”

“Come la mettiamo, invece, se è davvero Sana Ivanovna?” chiese Ugarov, osservando a sua volta con il binocolo la riva tedesca.

“Dopo sei giorni?” Sul volto della Bajda comparve di nuovo un’espressione dura. “Dov’è stata per tutto questo tempo?”

“Prigioniera…”

“Impossibile! Le mie ragazze, una volta prigioniere, non restano in vita nemmeno per un giorno!”

“Come si fa a conoscere le circostanze nelle quali Sana è stata catturata?”

“Non esiste una sola circostanza che possa impedire di sottrarsi a un interrogatorio tedesco!” disse Soja Valentinovna con voce tagliente. “Nessuna, Viktor Ivanovic! Secondo me è impossibile che Sana sia ancora in vita dopo sei giorni di prigionia e faccia segnali luminosi. Per questo sono piuttosto perplessa!”

“Dovremmo perlomeno rispondere!” disse Ugarov.

“Questo lo possiamo fare. Non ce ne verrà alcun male. Se si tratta di una trappola, spereranno nel nostro arrivo!”

Ugarov accese la sua grossa lampadina tascabile e diresse il fascio di luce verso il cielo, contò fino a tre e poi spense. Poco dopo sparì anche la luce sul versante tedesco. “Ha capito!” disse Ugarov. Era addirittura felice.

La Bajda gli lanciò un’occhiata in tralice. “Secondo te è Sana, vero?”

“Potrebbe benissimo.”

“Chi è disposto ad andare a prenderla? Accetto solo volontarie. E non più di tre! Cuffia di lana ci ha già procurato troppe perdite!”

“Io vado!” disse Marianka Stepanovna Dudovskaja. “Sana è la* mia migliore amica.”

“Vengo anch’io!” Lida Iljanovna Selenico alzò la mano. “Sana… Sana mi fa compassione…”

“I deboli non meritano compassione!” La Bajda si passò entrambe le mani nei capelli neri. “Non sappiamo che cosa è accaduto da



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